Dal Corriere Canadese, 6 Agosto 2009, Filippo Cioni
TORONTO - Salti, capriole,rimbalzi dal suo dondolo celeste e poi giù, a capofitto, a vedere il mondo com’è. A trovare una volta atterrati la risposta del volo, a scoprire se quel che si è fatto in cielo merita gloria anche in acqua. Ecco, Tania Cagnotto è una di quelle
che tra nuvole e piscina la gloria l’ha trovata davvero. Salti, capriole, rimbalzi dal suo dondolo azzurro che a soli 25 anni hanno fatto di lei una delle tuffatrici più forti al mondo, la più forte di sempre in Italia.Le ali gliele hanno messe papà Giorgio e mamma Carmen, angeli in volo negli anni ’70, le hanno insegnato a volare
e lei, da allora, non si è più fermata. Titoli su titoli in carriera,
prima donna italiana ad aver vinto una medaglia mondiale (il bronzo di Montreal del 2005 dal trampolino da 3 metri).Ogni anno ha conquistato qualcosa, è entrata nella storia e il 2009, come racconta al Corriere Canadese, è quello in cui «mi sono tolta più soddisfazioni
e mi ha ripagato dei tanti sacrifici fatti». Tre ori agli Europei
di Torino e altri due podii ai Mondiali di Roma, ancora freschi nella memoria di un’Italia incollata al televisore. Tania dalla Capitale è tornata con un bronzo (trampolino singolo da 3 metri) e un argento
(nel sincro da 3 metri).
Due gare sicuramente diverse.
Nella prima ti sei detta
molto emozionata, rimpiangi
qualcosa?
«Ero molto tesa, sentivo
davvero tanta pressione su di
me e non l’ho vissuta benissimo.
Questo ha condizionato la
mia prova e ho dovuto faticare
per gestire le emozioni e fare
una gara costante, senza commettere
errori gravi. Avrei potuto
conquistare l’argento, ma
va bene lo stesso».
Argento che è andato alla
canadese Heymans. Una bella
rivelazione, no?
«Sapevo che era una delle
mie principali rivali per cui
non è stata una sorpresa. È stata
bravissima e le faccio i miei
complimenti».
Parliamo, invece, del sincro
con Francesca Dallapè.
Siete entrate nella storia e
tu hai ottenuto
il primo argento
mondiale
in carriera.
È il podio più
bello?
«Vincere in
coppia è sempre
bello, qualcosa
di speciale.
Condividi
tutte le emozioni
dalla tensione alla gioia finale.
Posso dire che è stato decisamente
uno dei momenti più
emozionanti della mia vita».
Come avete vissuto l'attesa
di quella finale? E cosa
pensi della tua collega azzurra?
«L’abbiamo vissuta nel giusto
modo, con la giusta tensione
ma allo stesso tempo con
la determinazione necessaria.
Francesca è una ragazza splendida,
con lei mi trovo bene sia
dal trampolino sia nella vita
privata».
Roma ti ha accolta come
una beniamina, ti senti orgogliosa
di questo?
Come hai
festeggiato il
Mondiale?
«Certo, mi
fa molto piacere
anche se tutto
questo calore
mi ha frastornata
perché non
ci sono abituata.
Il Mondiale
l’ho festeggiato con Francesca
e i miei amici ballando in
un locale di Roma. Dopo tanti
sacrifici un po’ di divertimento
ci sta…».
Come atleta, quale ritiene
sia il tuo pregio migliore?
Quale il difetto? È vero che
si ti fai aiutare da uno psicologo?
«Come atleta la mia qualità
migliore è la forza, l’esplosività
che ho nelle gambe ereditata
dal papà, il difetto è forse
il fatto che in alcune circostanze
sono un po’ troppo emotiva.
A tal proposito usufruisco dei
consigli di uno psicologo dello
sport che mi
aiuta a prepararmi
bene a livello
mentale».
I tuffi cosa
ti hanno insegnato?
«Che basta
un niente, una
piccola disattenzione,
una
piccola leggerezza
per buttare all’aria un anno
di lavoro».
Quali sono quelli che preferisci
eseguire? Al Mondiale
quale ti ha soddisfatta di
più?
«Il doppio e mezzo rovesciato
carpiato è il mio preferito
e in genere lo tengo per ultimo
sperando di chiudere in
bellezza. Il più bello del Mondiale
è stato l’ultimo eseguito
con Francesca (doppio e
mezzo ritornato carpiato, ndr),
che è valso l’argento. Davvero
un tuffo da ricordare soprattutto
per quello che ha rappresentato
».
Anche a Roma non ti sei
impegnata nella piattaforma
da 10 metri che in passato,
agli Europei, ti ha regalato
due ori, un argento e un
bronzo. Hai definitivamente
abbandonato la specialità?
«Si, bisogna specializzarsi
sempre di più e ho scelto di focalizzarmi
soprattutto verso il
trampolino da 3 metri. Per rimanere
ad alti livelli è una
scelta necessaria».
Durante i Mondiali hai posto
l'accento sui problemi legati
alle strutture di allenamento
in Italia. Resta questo
il divario
più grande tra
Italia e Cina?
Sarà possibile
un giorno battere
le cinesi,
a Roma confermatesi
leader?
«Le cinesi
sono fortissime
e il gap che ci
separa da loro non può essere
ricondotto solamente al problema
delle strutture d’allenamento.
Però se avessimo impianti
idonei magari un po’ ci potremmo
avvicinare. Credo che
per ora siano irraggiungibili,
ma in futuro qualcosa potrebbe
cambiare».
Non temi mai che qualcuno
bari? Anche nei tuffi c'è il
doping?
«Nei tuffi è difficile imbrogliare
e questo è un aspetto positivo
di questo sport. La pratica
del doping è praticamente
quasi inesistente nella nostra
disciplina. Si deve far leva solo
sulle proprie capacità, concentrazione
e tanto allenamento».
Cosa pensi, invece, del fenomeno
in aumento dei baby
tuffatori, come l’inglesino
Daley che si è riconfermato.
Pensi che l'età di chi pratica
il vostro sport si stia abbassando
troppo?
«È vero, ci sono dei giovanissimi
che stanno facendo
cose straordinarie ma sinceramente
non lo vedo come un
problema, anzi ben venga per il
mondo dei tuffi che si scoprino
così tanti talenti giovani».
Tu che sei la tuffatrice azzurra
di sempre dicci la verità,
in Italia si può diventare
ricchi nel tuo sport?
«Il mio è uno sport di nicchia
ed il business non è nemmeno
lontanamente paragonabile
a quello di sport più famosi.
Ma cerco di non pensarci,
l’importante è essere sereni e
felici. E io lo sono».
Cosa vede nel futuro Tania
Cagnotto?
«Londra 2012… mi manca
ancora una medaglia olimpica
».
E invece se guardiamo il
passato spunta anche la tua
visita in Canada, a Montreal.
Che ricordo hai di quel viaggio?
«Si è trattato della mia prima
medaglia raccolta in un
Mondiale, è stata un’emozione
davvero unica. Un dolce ricordo
che porterò sempre con me.