00 04/09/2008 00:23
Gli schiavi delle Olimpiadi (diritti dei lavoratori)
Il rapporto "Vincre gli ostacoli" (Aprile 2008) della Playfair Campaign ha rilevato che, come era noto anche da tempo, i lavoratori che producono per le imprese sportive internazionali che spendono milioni di euro in sponsorizzazioni sono sottoposti a orari di lavoro eccessivi e ricevono salari da fame.

Sulla base di interviste somministrate a più di trecento lavoratori del settore sportivo in Cina, India, Tailandia e Indonesia, il rapporto mostra che le violazioni dei diritti dei lavoratori nel settore sono ancora la norma, e lo sono anche per i fornitori di ADIDAS, sponsor dei Giochi Olimpici di Pechino e di Londra e di numerose squadre nazionali.

Questo rapporto, presenta azioni e obiettivi molto chiari per l’intero settore sportivo, finalizzati a cambiare le condizioni di lavoro di migliaia di lavoratori nel mondo, a partire dalla necessità di avere libertà di associazione sindacale e di negoziazione, parte integrante del lavoro anche sindacale fatto in questi anni con i codici di condotta.

Salari sotto il minimo legale, pauroso quantitativo di straordinario, condizioni pessime..questo ad es. per chi produce le suole e altre parti di scarpe Adidas, Nike, New Balance o palloni di Umbro Fila e anche qui Adidas e Nike.

Già nel 2007 la campagna Playfair 2008 aveva prodotto un rapporto – Nessuna medaglia alle Olimpiadi per i diritti dei lavoratori – sulle violazioni dei diritti nelle fabbriche che producevano prodotti per le Olimpiadi di Pechino, e da allora sta attendendo un impegno concreto da parte del Comitato olimpico internazionale sulle azioni da intraprendere. Il Cio, del resto, è costantemente sottoposto alle pressioni della Campagna, che tiene sotto controllo tutte le manifestazioni olimpiche, come fu per Atene e per i giochi invernali di Torino 2006. Intanto, la fiaccola virtuale dei diritti umani continua a passare di mano in mano tra la società civile di tutti i paesi del mondo: sono oltre 11.000 le persone che si sono collegate al sito www.catchtheflame.org per inviare un messaggio chiaro: se vogliamo che i Giochi Olimpici siano equi, devono innanzitutto essere dignitose le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici che producono per le Olimpiadi.