Cara Tania,
la delusione è tanta, noi “normali” possiamo solo immaginare.
Il podio, forse anche qualcosa in più del bronzo, non solo era alla tua portata, ma, per quello che hai fatto vedere, lo meritavi eccome.
Il mio è un modestissimo giudizio da “comune mortale” che della tua disciplina non sa nulla. Prima di Londra 2012 per me i tuffi erano solo le “bombe” fatte in piscina quand’ero ragazzo. Ma poi sei apparsa tu sul teleschermo ed ecco che un mondo, fino ad oggi sconosciuto e ritenuto (perdonami) insignificante e noioso, è diventato da subito totalmente coinvolgente ed oltremodo appassionante. Abituato ad esultare per una prodezza di questo o quel calciatore, mi sono ritrovato a tifare e gioire all’improvviso, a 38 anni suonati, per un “carpiato rovesciato” (spero si dica così). E di chi è il merito? Di una formidabile atleta cinese di cui, con tutta l’ammirazione per la sua superlativa prestazione, ammetto di aver dimenticato del tutto il nome? NO! Di una lodevole atleta messicana che, a detta dei giudici, ha meritato (dalle mie parti in Brianza si dice “ciulato”) una medaglia di bronzo? NEMMENO!.
Il merito è tuo, Tania Cagnotto.
Come ho già ricordato, di te e soprattutto del mondo dei tuffi, non ne sapevo nulla di nulla fino a qualche settimana fa. Ora il tuo nome e le tue “Gesta Olimpiche, o meglio, Olimpioniche” sono bene impresse nella mia mente e credo non le scorderò mai. E sai una cosa Tania? Consapevole che questo “merito” sarà per te ben poca cosa ripensando all’occasione sfumata di una medaglia, voglio dirti che di “signori Rossi” come me ce ne sono tanti…tantissimi, l’Italia ne è piena. Hai regalato emozioni, inimmaginabili per i più, a milioni di italiani cara Tania. C’eravamo tutti noi su quel trampolino. Eravamo con la tua “collega” (mi scuso per non ricordare il nome) ad abbracciarti a fine gara negli spogliatoi, con le tue lacrime, rabbia e disappunto nell’apprendere di quei maledetti 20 centesimi.
…ma nello stesso tempo appagati, per aver scoperto, grazie a te e solo a te, un mondo nuovo e decisamente seducente ed avvincente. E per aver avuto l’onore di assistere all’impresa di una ragazza italiana che, grazie all’impegno di molti anni di duro, durissimo immagino, allenamento, sorretta da un’innegabile immenso talento si è trasformata in campionessa ed è stata in grado da sola, con le sue uniche forze, di incollare davanti al teleschermo milioni di telespettatori (non solo italiani) facendo vivere a ciascuno di loro un sogno che solo il giudizio altrui ha potuto negare, non di certo la sua prestazione.
Un giorno magari il mio adoratissimo piccolo che oggi ha solo 2 anni mi dirà che al posto di tirare calci ad un pallone vorrà entrare in acqua “di testa” (ti chiedo nuovamente scusa ma per me, prima di te, questo era il mondo dei tuffi) ed io non esiterò un solo istante ad assecondarlo in questo suo desiderio, narrandogli senza esitazione e con fierezza le imprese di una campionessa italiana il cui nome sarà, senza dubbio alcuno, ancora impresso nei miei ricordi:
“Tania Cagnotto” così brava e così forte che di medaglie olimpiche non ne aveva bisogno.
Non è una medaglia, lo so.
Ma è quello che hai vinto a Londra qualche giorno fa.
Con ammirazione,
Fabio
Seregno (MB)