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GIORGIO

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2011 22:22
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Già non vive senza tv..e forse nemmeno senza console portatili e non, pc all'estrema potenza ecc


E' davvero molto condivisibile il parere di Giorgio che, in questo caso, è esteso non solo allo sport dei tuffi ma ad una generale condizione di molti bambini in relazione alle attività ricreative-sportive
Ha anche sempre spiegato nelle interviste di non aver mai pensato di imporre a Tania il suo sport, consentendole di provare più realtà sportive differenti tra loro e di seguire quelle che erano le sue inclinazioni, desideri ecc..e Tania stessa racconta di aver vissuto molto bene l'approccio con i tuffi, inizialmente considerati per lei un gioco e un momento in cui divertirsi con altri bambini
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Intervista a Giorgio, di Romana Liuzzo
Durante una gara si emoziona più come padre o come allenatore?
Prevale l’allenatore. Guardo sempre l’aspetto tecnico.

Qual è il momento più importante in una gara?
Il primo tuffo. Se va male quello, diventa tutto in salita. Se funziona, dà la carica.

Tania ha conquistato l’oro anche nei recenti europei. Cosa ha provato?
Non ci si abitua mai. Il cuore batte forte. Ma fai finta di essere tranquillo per non trasmettere ansia.

Come gestisce il rapporto tra Giorgio (allenatore) e Tania (tuffatrice)?
Con molta pazienza. Piano piano lei cresce e io invecchio. Non è più la ragazzina di 15 anni concentrata solo sui tuffi, adesso ha più aspettative. Pretende molto da se stessa. Ora sa che il difficile non è arrivare ma rimanere sul podio.

Ci parli del rapporto padre-figlia. Alti e bassi?
Ci sono momenti dove io “rompo”, come dice lei. Ma adesso ha 25 anni, è grande. È andata a vivere da sola, a pochi metri da noi. Un tempo la controllavo sulla dieta, sui rientri a casa, sulle amicizie. Adesso si gestisce. A Bolzano abbiamo la fortuna che non ci sono troppe distrazioni serali, come accade in una grande città. Al massimo si va in discoteca una volta ogni tanto.

È vero che Tania ha rifiutato di partecipare al programma televisivo “Ballando con le stelle”?
È vero. Non è stato possibile farlo per una serie di ragioni. Ma un domani chissà… Siamo una famiglia di amanti della danza.

Non vorrà seguire sua figlia anche in discoteca…
A entrambi piace ballare la salsa. Ed è capitato di incontrarci. Ma in quel caso è meglio che io cambi strada. Nessuna figlia gradisce il padre nella stessa discoteca.

Figlia unica?
Sì, unica in tutti i sensi.

La tiene sempre a dieta?
Non è una dieta vera e propria, ma un regime alimentare. Un atleta mangia un po’ di tutto, senza esagerare.

Tania è fidanzata?
Con uno sportivo di Bolzano. Si chiama Stefano.

Olimpiadi ogni quattro anni, Mondiali ogni due. Mai pensato di mollare tutto?
Ebbi un attimo di smarrimento nel ‘68 quando il mio allenatore tedesco tornò in Germania. Mia figlia non credo abbia mai pensato di lasciare lo sport. Anche se la fatica c’è ed è tanta. È un lavoro fatto di routine, di continui allenamenti, di rinunce.

Quante ore?
Circa sei ore al giorno tra piscina e palestra. Con qualche mezza giornata di riposo obbligatorio. Allenarsi nelle piscine comunali è un doppio stress.

Perché?
Vorrei evitare le polemiche, ma in Italia siamo gli unici a lavorare in mezzo alla gente che si diverte. Chi fa spinning, chi nuota, bambini che urlano. Non abbiamo una piscina solo per i tuffi, come accade in tutti i grandi paesi del mondo.

Lei è stato un campione, ora lo è sua figlia. Esiste una sana rivalità?
Non esiste la rivalità. Primo è mia figlia. Poi è una mia atleta. So a cosa miriamo e non lo dico solo per scaramanzia.

Le Olimpiadi?
Londra 2012: basta arrivarci sani e integri. Una medaglietta sarebbe il massimo. Le Olimpiadi non sono come i Mondiali o gli Europei: a portare a casa un bronzo c’è da metterci la firma.

È più difficile allenare una figlia?
Forse sì, in certe circostanze specialmente. A volte ho paura di essere troppo permissivo, a volte di diventare più severo del necessario. Quando si allenava dalla piattaforma, una disciplina anche pericolosa, ogni tanto la vedevo stanca e mi faceva tanta tenerezza. Ci sono allenatori che vanno sempre giù duri. Senza pietà.

A casa siete tutti sportivi. Si parla solo di tuffi?
Stiamo insieme solo a pranzo. Ed evitiamo l’argomento. Anzi, è vietato.

E la sera la famiglia Cagnotto che cosa guarda in tv?
Molti telegiornali. E l’intrattenimento politico. D’inverno, vediamo sia la trasmissione di Giovanni Floris sia quella di Michele Santoro.

Quale preferisce?
Floris. È più equilibrato.

Cosa consiglierebbe a Silvio Berlusconi e a Gianfranco Fini?
Sarebbe meglio che andassero d’accordo. Come in una squadra: l’unione fa la forza.

È più forte lei o Tania?
Tania tecnicamente fa cose che io nemmeno sognavo. Ha dimostrato di essere molto più fredda. Io ero un tipo più impulsivo. Mia figlia in gara dà il 30 per cento in più delle sue qualità: l’adrenalina le fa bene. Anche a me comunque le gambe non hanno mai tremato.

Che ruolo gioca sua moglie Carmen?
È stata lei il pilastro, dietro le quinte.

In vacanza andrete insieme?
Quest’anno abbiamo fatto solo tre giorni ad Amalfi approfittando di una gara. A fine mese io andrò con il mio amico Klaus Dibiasi (rivale storico sul trampolino, ndr).

La vacanza della vita?
Alle Hawaii con quella che divenne mia moglie. Fu un viaggio di nozze anticipato. Ci sposammo subito dopo, nell’84.

Se non allenasse Tania, su chi punterebbe?
Su un grande campione. Perché è come andare sul velluto. Dimitri Sautin, russo. Con lui farei poca fatica: è bravissimo. Comunque vorrei un atleta disposto a faticare. Tania è una che si spacca la schiena. Non mi piace chi pensa di raggiungere l’obiettivo con il minimo sforzo.

A quale personaggio assegnerebbe la medaglia d’oro?
La darei a Barack Obama.
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bella intervista! Credo che sia straordinario avere un genitore come allenatore, solo che molto spesso può essere che il figlio viene privilegiato agli altri, ma questo non è il caso di TANIA, GRANDEEEEE
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Senza dubbio il rapporto tra allenatore-atleta con questo doppio ruolo diventa particolare, un qualcosa di diverso rispetto alla consuetudine. Non deve essere sempre stato facile da gestire ma con professionalità e intelligenza Giorgio e Tania ci sono sempre riusciti al meglio!!
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:(( A Giorgio hanno rubato la bici...
CALDARO. Al lago di Caldaro i furti di biciclette non sono rari, soprattutto nei giorni di punta, quando migliaia di persone prendono lettaralmente d'assalto i tre impianti balneari Lido, Gretl am See e Seegarten. A fare notizia, in quest'occasione, è la vittima del furto, il tuffatore Giorgio Cagnotto, plurimedagliato alle Olimpiadi nel 1972, nel 1976 e nel 1980. A confermare la spiacevole notizia, visto che la bici vale circa 3.500 euro, è stata ieri la moglie Carmen Casteiner. «Mio marito è andato al lago in rampichino con due amici, mentre io l'ho raggiunto in auto. Giorgio ha legato le bici col lucchetto davanti al Gretl am See e poi, assieme, siamo andati sul prato. Quando siamo tornati abbiamo fatto l'amara scoperta. I ladri hanno rubato la bici di mio marito e quella di uno dei due amici. Non ci è rimasto che fare denuncia».
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