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ARTICOLI ED INTERVISTE

Ultimo Aggiornamento: 24/11/2011 23:01
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L'intervista su Diva e Donna è carina e interessante...è in edicola adesso quindi compratelo se riuscite
Se in futuro non lo troviamo su internet lo copio qui appena ho un po' di tempo così lo può leggere anche chi non ha la rivista
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Su "Io donna", 9-15 luglio 2011.
COVER STORY Tania Cagnotto: "Mi seduce solo l’eleganza del tuffo"
Non farebbe mai televisione e non andrebbe a "Ballando con le stelle". Il suo uomo ideale? Assomiglia molto al papà. Alla vigilia dei Mondiali di Shanghai, Tania Cagnotto ci spiega come si può essere campioni anche di semplicità. E ci rivela quanta poesia c’è nel fare capriole in aria. Dribblando domande troppo personali con stile


IL PRIMO TUFFO? «A SEI ANNI». È cominciato così, semplicemente, «perché mi portavano in piscina, guardavo gli altri allenarsi e m’è venuta voglia di farlo». Poi le è piaciuto. «È bello stare in aria, è una sensazione strana...». È che ci è nata in una piscina, con i tuffi, quei silenzi e quel rimbombar delle voci e i rumori dell’acqua che si spezza. Suo padre è Giorgio Cagnotto, torinese, una carriera fra Olimpiadi e Mondiali, lui e Klaus Dibiasi, quelli che hanno fatto grande l’Italia dei tuffi. Giorgio era quello che sorrideva sempre: ci sono foto in cui proprio ride. Klaus aveva i capelli con quel taglio anni sessanta, fronte spaziosa, petto in fuori, ritratti di un’epoca.
Lei è Tania Cagnotto, e oggi è la regina dei tuffi. Anche la mamma faceva lo stesso sport, Carmen Casteiner, da Bolzano come lei: quando si dice figlia d’arte. Però, Tania lo è a modo suo. Sguardo severo. Sorriso timido. Si sta preparando per i Mondiali, dal 16 luglio a Shanghai, altra rincorsa, altre speranze. Solo che, un mese fa, l’ha travolta una macchina appena fuori dalla piscina: uno scafoide rotto, una microfrattura sopra il ginocchio, polso fuori uso. Ha il tutore. Dice che l’avrà anche a Shanghai, che farà le gare così. Quindi poche speranze? «Perché? Ma no, vediamo. Adesso sto un po’ meglio. Certo, mi mancano degli allenamenti. Però non è detto, vediamo».

Ma che cos’hanno i tuffi di così bello?
Come che cos’hanno! Non è uno sport monotono. È difficile, è particolare. E poi stai anche in aria, è bellissimo.

Pericoloso?
Anche.

La cosa che piace di più?
Quando entri in acqua...

E perché?
Perché è finito il tuffo. Quello è il momento più elegante. A me piace l’eleganza.

Ma lo sport secondo lei è eleganza?
Non sempre. Qualche volta sì.

Allora facciamo un gioco. Chi sono gli sportivi che le piacciono...
Antonio Rossi, il canoista...

E fra le donne?
Valentina Vezzali, la schermitrice. E la Trillini, altra schermitrice. Ma anche Denise Karbon, la sciatrice.

Perché proprio loro?
Perché hanno vinto tanto. E poi perché sono umili e tranquilli.

È questa l’eleganza?
Be’ sì, anche.

Cioè, apprezza la semplicità?
È che non c’è niente da vantarsi in quello che uno fa. E se poi uno raggiunge grandi risultati, ti vengono riconosciuti dagli altri, e non serve a niente che sia tu a dirlo. Può darsi che la semplicità sia pure elegante, o viceversa.

Della Pellegrini che cosa dice?
Non dico niente, perché non posso parlare delle persone che non conosco. Il nostro rapporto è esclusivamente sportivo, ci salutiamo e basta.

Ma ci sono degli sportivi che non le piacciono?
No.

Tiger Woods?
No. Perché dovrebbe non piacermi?

E degli atleti che fanno spettacolo che cosa dice?
Che io non lo farei.

E perché?
Non so, io la vedo come una cosa da fare quando uno ha finito la carriera. Personalmente, farei un po’ di fatica, solo questo voglio dire. Se andassi a Ballando con le stelle non potrei allenarmi come vorrei. Tutto qui. Ma ci sono altri che ci vanno.

Secondo lei perché?
Forse per i soldi. Per diventare più famosi.

Non le interessano soldi e fama?
Soldi fino a un certopunto. Fama no.

E perché?
Perché vivo bene con le mie cose. Sia chiaro, io non voglio giudicare gli altri. Parlo per me.

Un’altra cosa che oggi hanno gli sportivi sono gli amanti famosi...
Ah sì?

Be’, i calciatori con le veline, atleti e donne dello spettacolo insieme. E viceversa. Non è così?
Il mio primo fidanzato è stato un tuffatore come me, Francesco Dell’Uomo. E quello che ho adesso è un commercialista, Stefano Parolin. Il rapporto va benissimo, e noi due andiamo d’amore e d’accordo.

Come dev’essere il suo uomo ideale?
Sicuro di sé. Con delle ambizioni. Simpatico in compagnia. E poi sportivo, nel senso che gli deve piacere fare dello sport. Con me, del resto, come potrebbe non piacergli?

Per niente famoso?
L’ho già detto, non mi interessa.

Suo padre com’è?
Eh, direi che forse rientra nel mio tipo ideale.

Quanto deve a lui?
Tanto. Mi ha portato lui fino a qua. Lui e mia mamma.

Quali sono gli insegnamenti che le ripete più spesso, quelli che le sono rimasti dentro?
Che è uno sport, che è solo un gioco, che debbo viverlo tranquillamente. La gara è la cosa che mi piace di più del mio lavoro. Credo di essere molto competitiva.

E i pregi che le riconoscono gli altri?
Che sono umile. E sincera.

I difetti?
Spesso indecisa. E impaziente.

Suo padre le avrebbe dato gli stessi consigli se avesse scelto la carriera televisiva?
Io non farei mai la televisione. Non la vedo come professione.

Ah, ecco. Le va di parlare di politica?
Mica tanto.

Il caso Ruby?
Come faccio? Non posso giudicare, non me la sento, perché se non si sa al cento per cento quello che è successo, è meglio stare zitti...

Be’, alla fine, lei è di destra o di sinistra? Almeno questo ce lo dica?
Aaah... In mezzo!

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bellissima intervista...grazie...bellissime le risposte di tania...
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Tania, la fatica di allenarsi
Proponiamo anche qui l'articolo con intervista su Alto Adige di Marco Marangoni relativo alla problematica della disponibilità degli impianti, del tempo per allenarsi, della convivenza forzata con tutte le altre attività (corsi, nuoto libero, signore anziane) in acqua alla piscina Karl Dibiasi di Bolzano proprio nell'anno più importante...

BOLZANO. Tania Cagnotto stavolta alza la voce. "Punto ad una medaglia alle Olimpiadi di Londra ma non posso arrivare a questo appuntamento stressata e stritolata dalla pressione". "Mi riferisco alle ore di allenamento in piscina. Non vogliamo litigare con Comune e istituzioni per avere uno spazio nel quale allenarci, ma voglio far presente che stiamo lavorando tra corsi di nuoto per bambini e signore che sbuffano in acqua per la lezione di aquagym". Così la campionessa bolzanina sull'irrisolta questione legata alle ore di disponibilità d'acqua presso la piscina "Carlo Dibiasi" di Bolzano. In passato si era sempre espresso papà Giorgio e gli altri tecnici della Bolzano Nuoto, ma questa volta lo ha fatto direttamente lei. La "Regina d'Europa dal trampolino" non l'avrebbe mai fatto, ma vuole arrivare ai Giochi del 2012 (i suoi quarti) serena e consapevole di essersi allenata bene. Non è uno sfogo, ma un appello. Non vuole vedersi vanificare con mesi d'anticipo la possibilità (e sarà anche l'ultima) di vincere una medaglia a cinque cerchi per questioni di malgestione da parte dell'ente pubblico e carenza di impianti. "Abbiamo bisogno di aiuto, il nostro non è uno sport semplice - ha proseguito Tania che in questi giorni si sta allenando a Roma presso il nuovo centro dell'Acqua Acetosa -. Ricordo che noi dobbiamo confrontarci con colossi come la Cina che mettono a disposizione dei loro atleti piscine strepitose per ore e ore al giorno. Tutti lo sanno, è l'unica medaglia importante che anc
ora mi manca. Tengo tantissimo a fare bene e so di arrivare a questo appuntamento da una stagione non facile", ha aggiunto la finanziera bolzanina che in bacheca vanta complessivamente cinque medaglie iridate. Ci risiamo. Il Comune di Bolzano ha ulteriormente tagliato le ore d'acqua. Non si possono allenare al meglio Tania e compagni, si devono lasciare a casa bambini perché lo spazio è troppo poco. La conseguenza di tutto questo sarà che la storica e gloriosa scuola bolzanina dei tuffi a breve sparirà. Al momento non c'è il cosiddetto ricambio generazionale. La polemica era scoppiata già qualche anno fa. Varie le proposte ma senza ascolto da parte degli enti pubblici. Si parla di utilizzare per il pubblico la piscina olimpionica di via Maso della Pieve o di coprire l'"Isarco", quella da 50 metri al Lido, ma nulla è stato fatto. Ormai letteralmente stufo di polemiche, perché non è suo stile, Giorgio Cagnotto nelle vesti di grande tuffatore del passato, di commissario tecnico della nazionale azzurra e di papà di Tania. "Mi lascia l'amaro in bocca quando le ore d'acqua che ci hanno tolto al mattino sono state dirottate ad associazioni non ad indirizzo agonistico. Ci hanno sempre chiesto di portare i risultati, adesso credo siano arrivati, ma perché non darci qualcosina in più soprattutto nell'anno olimpico? Non c'è solo Tania ma anche altri atleti che possono ambire a qualificarsi per le Olimpiadi. Dobbiamo rosicchiare i dieci minuti. Ci alleniamo spesso con il pubblico perché viene tirata la corsia. Nessuno si è mai chiesto le conseguenze che avrebbe l'impatto tra un tuffatore lanciatosi dalla piattaforma (alta 10 metri, ndr) ed un tranquillo nuotatore?". Lei vuole una medaglia e con lei tutto lo sport italiano. Tania a Londra la vogliamo vedere ancora piangere lacrime di gioia come a Montreal nel 2005 a Melbourne 2007 e Roma 2009. "Ma mettiamola nelle condizioni di prepararsi" afferma il Ct.
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